La pagella di Norman
I film del cinema virtuale
La fuga dell'innocente - voto 5
Torna il western a cinematik dopo tempo immemore e lo fa,
se non erro, con un'opera prima! La storia che ne è uscita è piuttosto
semplice, un poveraccio si trova al posto sbagliato nel momento sbagliato ed
è testimone di un atto violento compiuto dal "solito" potente che
per non correre rischi decide di far fuori il malcapitato e assolda per
questo tre bounty killer al prezzo di uno! Segue inseguimento e seguente
bagno di sangue con coinvolgimento di un secondo tizio che si trova al posto
sbagliato nel momento sbagliato, Colorado Kid, di indiani sul piede di
guerra e dell'onesto sceriffo del villaggio. Insomma niente di
particolarmente nuovo sotto il sole, personaggi e vicenda tipici del genere
e una sceneggiatura zoppicante in più parti: dialoghi quasi mai naturali e
troppo spesso atti a fare il punto della situazione piuttosto che necessari
e interessanti, personaggi che parlano da soli e scene un po' troppo
"facilone" (per dirne un paio: i moribondi che fanno un'ultima
chiacchierata prima di passare a miglior vita, indiani che parlano la stessa
lingua dei cowboy).
I personaggi della vicenda sono parecchio piatti e
non hanno caratterizzazioni al di là di una netta distinzione tra buoni e
cattivi, con discorso a parte per il prete cacciatore di taglie, personaggio
di cui evidentemente lo sceneggiatore si è innamorato e che ha fin troppo
spazio nel finale.
Insomma un film acerbo come forse è anche giusto che
sia per uno sceneggiatore esordiente, nella speranza di rivederlo presto in
sala con un nuovo prodotto che tenti di limare i difetti di questo
esordio.
Norman spignoleggia
E'
un po' che non lo faccio...
Jane corre all'interno del ranch e sparisce di scena. La
mdp inquadra la porta del ranch. Dopo mezzo minuto, Jane esce dal ranch con
due borracce d'acqua ed una sacca.
Mezzo
minuto di inquadratura su una porta?! Mi sembra un pochino troppo...
Two lives - voto 6
"La doppia vita (sfigata) di Benicio Del
Toro" potrebbe essere il sottotitolo di questo filmettino che racconta
in parallelo la tragica fine di due persone evidentemente imparentate
(almeno così fa intuire il notiziario finale) cui la vita a distanza di un
centinaio d'anni ha riservato amarezze analoghe. Film dalla trama esile, di
breve durata ma abbastanza intenso e tutto sommato di gradevole visione. E'
come vedere solo la scena finale di due film d'azione! Di conseguenza
personaggi accennati, qualche chiacchiera di troppo a spiegare la
situazione, un po' di adrenalina e finale inevitabilmente tragico.
Se
non sbaglio opera d'esordio della Andrew Production che se la cava con la
scrittura e si affaccia nel cinema virtuale con un film onesto ma senza
troppe pretese. Sufficiente il cast e nonostante l'esilità dei personaggi
interpretati gli attori riescono comunque ad avere personalità e buone
scene. Solo mi suona strano che Benicio Del Toro interpreti un
personaggio chiamato Ivan (nei film di solito è un russo a chiamarsi così)
e un killer presente nell'Inghilterra di inizio '900 (non ha esattamente i
tratti anglosassoni). Inoltre Serena Williams chi è? La tennista? Nel qual
essere la sorella di Del Toro mi parrebbe ancor più strano! ;)
Infine
la locandina non mi pare particolarmente ispirata (ma magari si vedesse in
dimensioni un po' maggiori) mentre il logo della casa di produzione mi garba
di brutto e lo invidio!
Per la serie l'italiano è un'opinione
Stesso
titolo per par condicio che sennò Mary si offende e pensa che ce l'ho con
lei
Il ragazzo esce dalla tasca alcune bustine
3 - voto 7
Film a episodi in cui eXistenZ frulla uno dei temi più
cari a Cronenberg (non a caso scelto come regista) ovvero la
penetrazione della tecnologia nella vita umana quotidiana (penetrazione che
diventa fisica nei suoi film). I racconti sono tutti e tre carini e li ho
letti con piacere e sano divertimento, pur essendo forse un po' datati come
tema. L'impressione che mi ha fatto questa operazione è la stessa che mi
fanno alcuni tra i Dylan Dog più riusciti: da uno spunto/omaggio preso da
un film si parte per raccontare un'altra storia, certo non altrettanto
originale ma ciò non toglie che possa essere divertente e ben riuscita. Ho
pure trovato la scrittura di eXistenZ migliorata a livello di errori,
qualcuno persiste ma non se ne trovano più a vagonate! ;)
Certo il film
ha pure qualche difetto, è tutto un po' frettoloso e i personaggi non
emergono (anhe per via della brevità dello spazio loro riservato per forza
di cose) ma resta uno dei film che ho letto con più piacere in quest'ultimo
periodo.
Locandina pure carina ma lo stemma AP occupa troppo spazio ed è
troppo centrale, il cast è molto Cronenbergiano con Fiennes che ha
forse il ruolo migliore, con la sua spasmodica voglia di unirsi carnalmente
alla sua vicina di casa nell'episodio migliore del film (veramente bello il
finale, anche se forse un po' troppo "risolutivo" per il Cronenberg
dei tempi che furono cui questo film si rifà).
La fortezza - voto 6
Strana storia questa de "la fortezza" ambientata
in un piccolo paese dell'Europa dell'est ai tempi della seconda guerra
mondiale in un momenti in cui i nazisti sembravano lì lì per conquistare
l'Europa intera. A un piccolo gruppo di soldati viene dato il compito di
presidiare un ponte e per questo si accampano in una fortezza in cui ben
presto cominciano ad accadere strane morti tra i soldati che avranno
ripercussioni anche sui sopravvissuti. Alla fine ne vien fuori una sorta di
horror in cui all'orrore causato dagli umani si aggiunge un qualcosa di cui
non si sa bene motivo e provenienza ma che di sicuro ha poco di umano. La
vicenda non è particolarmente complessa e si risolve in maniera piuttosto
lineare in pochi attimi senza essere, a mio avviso, particolarmente
avvincente ne inquietante. L'avvento di un risolutore esterno (il misterioso
Glaecken) semplifica eccessivamente la risoluzione della trama rendendola
poco avvincente (e dà anche un po' fastidio che ci metta un nanosecondo per
sedurre Eva ^_^), il conflitto tra i due graduati tedeschi mi è suonato un
po' retorico.
Insomma, premesse anche buone ma la realizzazione non mi ha
convinto mai, non sono stato acchiappato dalla storia e non ho quindi avuti
stimoli per darne lettura più approfondita. Non è fatto male, non è
raccontato male, semplicemente non di mio grande gradimento.
Per quel che riguarda gli aspetti tecnici dalla locandina
mi aspettavo un film di fantascienza su galassie e buchi neri, per cui non
è che proprio mi sia piaciuta. La scelta di Mangold non l'ho proprio
capita (vabbè è eclettico, ha fatto un po' di tutto, gli manca giusto
l'horror fantascientifico) mentre il cast è bello tosto in ogni suo
componente (esclusa Eva che proprio non so chi sia). Uno spassionato
consiglio per chi apprezzasse le atmosfere di 'sto film: guardatevi il duo
di film di Del Toro "il labirinto del fauno" e "la spina del
diavolo", non vi deluderanno (la Simo li ha adorati).
Vicolo cieco - voto 5.5
Come tutti i film di Mary anche questo "vicolo
cieco" è una storia drammatica avvincente e molto movimentata. Il
problema delle sue storie è che si muovono un po' troppo per luoghi comuni,
ogni scena sembra già vista, la storia sembra già raccontata e i
personaggi sembrano burattini nel loro teatrino-cinema che si muovono per
portare avanti la trama ma che non paiono avere una vera personalità.
Aggiungiamo che ci sono sempre dei passaggi di sceneggiatura piuttosto
superficiali e faciloni e ne viene fuori un film che seppur scorrevole e che
si beve come un bicchier di acqua Ferrarelle, fa storcere un po' la bocca in
alcuni punti e lascia poco quando si arriva in fondo.
Per fare qualche
esempio concreto dei difetti sopra elencati basta analizzare il
comportamento del professore, privo di alcuna logica e prudenza che il suo
ruolo impone (specie coi tempi che corrono); la personalità di Lisa che
viene descritta come una brava ragazza piena di valori morali per poi
scoprirsi sola con una madre che non le crede e un'amica che appena può le
volta le spalle, un ragazzo simpatico come la puzza ma che alla fine è
l'unico a crederle (salvo darle della puttana se lei non ci sta) e diventa
quasi un personaggio positivo.
Sulla parte parte tecnica del film non ho
nulla da obiettare, solo ho trovato carino assegnare a Matt LeBlanc un ruolo
così negativo e al di fuori del suo "personaggio", mentre il
regista non ho idea di chi sia (si lui ho visto solo una inquietante foto su
internet ^_^). La locandina è anch'essa in stile Mary ma mi pare più
riuscita di altre.
In succo film che non ho faticato a vedere ma che non
può lasciare soddisfatti.
Il dialogo del film
TODD
(continuando a palpeggiare la
ragazza dappertutto)
Andiamo tesoro, rilassati!
LISA
Todd, ho detto di no!!
TODD
(allontanandosi)
Puttana!
Per la serie l'italiano è un'opinione
Mickey si volta verso la sorella ed esce la
lingua.
Sciarada - voto 6+
Torno a vedere un film cinematikiano dopo molto tempo e mi
imbatto in uno dei generi che meno riesco a sopportare, il thriller con
caccia al serial killer. Da subito la vicenda mi pare già vista e il nome
David Doyle mi pareva suonare familiare, e infatti dopo poco mi accorgo che
si tratta di un Dylan Dog "mascherato" e non è la prima volta che
succede a cinematik!
Il filmino si segue bene ma non posso dire mi abbia
entusiasmato, come si sarà capito, con i difetti e pregi tipici delle
storie della Barbato: buon plot non sempre gestito coi tempi giusti e un po'
troppo logorroico (specie nella parte finale). Non c'è molto da aggiungere
se non che persone che si danno del "voi" abitano solo nei fumetti
Bonelli e che appena compare sullo schermo l'assassino ho pensato "è
lui" e, incredibile ma vero, ci ho azzeccato, manco fosse il
maggiordomo!! ù
Il casting mi pare centrato anche se non conosco l'attore
protagonista e del regista ho visto solo il tocco del male che manco mi era
piaciuto granché (meglio "l'alieno" sul tema) ma che mi pare
adeguato al tono del film. Molto bella la locandina!
Un pomeriggio al parco - voto 6
Film a episodi in cui si assistono a vari dialoghi
all'interno di un parco: coppie felici, coppie in crisi, gente in crisi con
se stessa, eccetera in un vario campionario di umanità. Gli episodi sono
cortissimi, carini e vedibili, ma nessuno particolarmente efficace e, forse,
veramente meritevole di essere raccontato. Sono solo storie (quasi) normali
di gente normale, una sorta di istantanea di un pomeriggio al parco. Molto
statico e con dialoghi e personaggi che mancano della giusta incisività. Mi
ha ricordato una sorta di "prima dell'alba" e "prima del
tramonto" di Linklater che ho adorato nella loro semplicità ma i
personaggi erano approfonditi, "veri", eri dentro la storia. Qui
non m'è mai accaduto, si osserva come si assiste distrattamente alle
conversazioni dei vicini di ombrellone.
Progettino gradevole e ben scritto, nulla più. Le poche
pretese credo siano confermate dalla scelta di un regista prettamente
televisivo.
Lo spaventapasseri e il suo servitore - voto 7
Disneyano al 100% questa nuova fatica di Dave. Questo è
quello che ho pensato per tutta la durata della visione che risulta
piacevole, carina e con una semplice morale ecologica come nelle buone
favole di una volta. Si, dai, il film è una favoletta molto bellina,
in alcuni punti molto divertente, con un umorismo da cartone animato di una
volta, con facce giuste al posto giusto e personaggi sopra le righe,
divertenti e azzeccati. Avventure on the road ed un finale in cui tutto
torna.
Un film del genere al cinema "reale" lo
prenderei in considerazione solo a Natale e solo se a cartoni animati, in
carne e ossa credo non mi avrebbe attirato, penso perda un po' di efficacia
l'umorismo e far sembrare tutto un po' pacchiano. Però in effetti pensando
a vecchie cose della Disney e magari pure al mago di Oz penso anche che non
è detto.... boh! ^_^;;
Bellino, senza esaltarmi. Carrey perfetto come
spaventapasseri, resto del cast adattissimo e ben scelto. Mendes? Boh... Ah,
dimenticavo lo spaventapasseri della locandina è veramente orripilante!!
I testimoni - voto 5
Questo drammone non mi ha proprio convinto. Risente dei
soliti difetti delle opere di Mary che riesce a pensare trame anche
potenzialmente interessanti ma le concretizza in film virtuali abbastanza
piatti, in cui le azioni si susseguono molto rapidamente spesso senza
motivazioni precise (e per un razionale come me non c'è forse difetto
peggiore). Io spettatore pur rimanendo invischiato inevitabilmente nella
trama non ne ricavo emozioni, perché i personaggi e le situazioni sono
troppo finte, troppo plastificate come nella gran parte della piattissima
fiction televisiva italiana. Venendo ad alcuni particolari del film in
questione, non si capisce ad esempio la necessità di Romolo Guerra di
ammazzare il testimone dell'omicidio (chiave dell'intera vicenda, mica una
roba da poco), il rapporto fraterno Stefano/Lorenzo è appena abbozzato, il
primo è un personaggio spaventosamente piatto, fintissimo (sigh), utile
solo alla chiusura della trama. I membri della famiglia sono sempre e solo
disperati, sempre piatti. Persino la scena in cui la figlia deve mollare il
ragazzo non regala una briciola di emozione. E poi se ti ammazzano la figlia
tu rifiuti di testimoniare? Al limite ottieni la reazione contraria, hai
rimasto ben poco da perdere (dal film si capisce che ha paura per la moglie,
ma la sete di giustizia/vendetta per hi ti ha ammazzato la figlia di 20
anni, sarebbe veramente troppo forte).
Mi scuro con Mary se sono stato un po' severo nel giudizio
ma forse questo è il film che meno mi è piaciuto tra quelli da lei
sfornati. Se posso darle un consiglio è quello di non pensare solo alla
trama, ma anche ai personaggi, provare a riflettere a come si reagirebbe
veramente nelle loro condizioni e sottolineare quello che spesso è più
interessante di un intrigo, di una svolta narrativa, di un omicidio.
Per le note tecniche, la locandina mi aveva fatto pensare
a un horror ma è pure discreta. I Manetti Bros li ho un po' persi di
vista dopo "Zora la vampira", ma ci possono stare in un film di
questo genere, anche se magari mancano di quel tocco di estro che immagino
continuino a mettere in quello che fanno. Il cast è più o meno adeguato,
con un ruolo abbastanza marginale per il nome più "lussuoso", la Muti,
che ha la parte della donna frignona. Il resto ci può stare, direi che
siamo nella norma, il problema sono, ribadisco ancora, i personaggi che non
si distinguono mai nei film di Mary, troppo monocordi.
Cloak & Dagger - voto 6-
Evidentemte io e Amnesiaq non ci incontriamo proprio come
gusti: alla notizia della sua intenzione di realizzare questo progetto avevo
storto parecchio il naso reputando il genere super-eroistico abusato e
bruciato sia nella realtà che, forse addirittura di più, nell'universo
cinematikiano. In più i due supereroi li ho sempre trovati indigesti e
deboli, impressione che non è stata smossa di un centimetro dalla visione
di questo film virtuale che narra le loro origini e poco più, una storiella
molto semplice e particolarmente ingenua, senza tante complicazioni come
erano i fumetti supereroistici di qualche anno addietro. Fortunatamente il
produttore ha tenuto i piedi ancorati al terreno e ha realizzato un film
breve, puro intrattenimento che in un'afosa sera d'estate si può anche
vedere. Non trovo molto da aggiungere se non che i personaggi che appaiono
nel film sembrano tutti un po' troppo finti e meccanici, il dilemma morale
sui "vigilantes" è stra-abusato e realizzato in maniera un po'
stucchevole, nessuno tra protagonisti e non spicca per simpatia,
personalità o comunque non si riesce ad entrare in empatia con loro. Un bel
peccato per un film del genere a mio avviso. Così così. il mio "Amnesiaq"
preferito rimane di gran lunga il Dr.Creator.
Bella la locandina, tratta immagino da un fumetto. Leggo
ora che l'autore della storia è Nicieza, mestierante di cui da un po' non
leggo nulla... e ne sono più che lieto! ;)
Le tre stimmate di Palmer Eldrich - voto 7+
Arcadia torna alla fantascienza e a film non originali
prendendo ancora Dick con tutti i pregi e i difetti che ne conseguono. I
pregi del film sono attribuibili in parte a Dick per la trama complessa e la
capacità di catapultarci in una realtà alternativa narrandone vicende
interessanti, complicate, allegoriche e di interpretazione non banale, e in
parte ad Arcadia per la fluidità della scrittura e l'ottimo lavoro di
casting. Se c'è un appunto da fare è che al solito il film è molto
"freddo", i personaggi sembrano tutti robot per quanto sono
asettici, persino la passione di Barney per l'ex moglie Emily non esplode,
non si sente come si vorrebbe. Per quel che riguarda il contenuto, questa è
un tipo di fantascienza che mi piacerebbe vedere al cinema ma che è troppo
cervellotica e non lineare per lavori commerciali, per cui riservo
contemporaneamente un plauso ad Arcadia per la scelta del soggetto
sicuramente interessante e una tirata d'orecchi per la scelta di un autore
che in cinematik è stra-usato (forse secondo solo a King e Dylan Dog) e
ultra-famoso.
Classico filmone da oscar, tutto perfetto ma col difetto
che difficilmente provocherà vera "passione. Per me candidabile ai ck
sicuramente Walken, un perfetto Palmer Elrich, il cast intero e
l'attrice che interpreta Perky Pat (Dick era veramente un genio,
cribbio!). Locandina bruttarella e titolo che non ho compreso, sinceramente!
La frase del film
Mary
La via d'uscita passa per l'una o l'altra delle droghe di traslazione,
signor Mayerson. Altrimenti, come può intuire, finiremmo con l'ammazzarci
l'un l'altro.
La bufala del film
L'intero corpo è avvolto in una tunica
nera che nasconde le sue forme. (Keira Knightley).
Di che forme parla? La Knightley è un asse da stiro!
La genialata del film
Alec si volta: si può dire che dimostra
sessant'anni, ma sembra molto più giovane.
La pagella di Norman
I film in gara ai Ck Awards invernali 2007
Le foto di Norman
Il buono, il
brutto e il cattivo
La bella e la
bestia
I tre porcellini